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Reincarnazione                                   Pag. 2
La vita è strutturata in gerarchie basate sulla leggerezza delle energie, leggerezza dell’anima. Le anime procederanno di livello in livello, purificandosi e raggiungendo una densità sempre più sottile. Tutto ciò è fatto di frequenze, di cambiamento di coscienza. Si passerà di livello in livello purificando le proprie pesantezze e raggiungendo una densità sempre più sottile. Esiste per loro un grande Ente chiamato Amamit che possiamo immaginare come una sorta di amalgama, il cui compito è di creare le anime producendole dalla sua stessa sostanza.
Ogni anima nuova risulta essere una particella infinitesimale di questo gigantesco serbatoio di energia, definito anche forgiatore delle anime.
Quindi l’anima dell’uomo è formata nei suoi diversi aspetti e si incarna nel corpo del nascituro entrando nella manifestazione; trascorrerà poi le sue esperienze sulla Terra utilizzando il corpo fisici con il compito di superarne i limiti.
La sua battaglia durerà fino alla morte fisica, quando il legame tra corpo e anima si verrà a spezzare. L’anima a questo punto si trova di fronte al tribunale di Maat dove si traggono le conclusioni: ha acquistato coscienza della sua individualità, della sua scintilla divina?
Se la risposta è negativa, l’anima ritorna al forgiatore delle anime Amamit e si scompone disperdendosi e annullando la propria identità; rimane il suo ricordo ma non la sua individualità.

Ci si chiede allora cosa sia servito vivere quella vita.
Nell’economia dell’Universo questo apparente annichilimento ha ragione di essere: il bagaglio di esperienza dell’anima, tutto ciò che quell’anima ha vissuto va ad alimentare la coscienza, conoscenza di Amamit che cresce ed esperimenta tramite le particelle provvisorie da lui forgiate.
Possiamo dire che per quell’anima la reincarnazione non esiste ma nulla viene perso.

Se la risposta è positiva e l’anima ha compiuto un salto di livello per aver superato il compito datogli da Amamit, significa che l’individuo è riuscito a mettere il primo puntino del suo nome segreto nel libro dell’astrale. Ognuno di noi in origine ha il suo nome segreto.
Naturalmente l’anima non ha ancora la forza di scrivere per esteso la parola ma è comunque riuscita a scalfire la superficie per opporre quella che sarà la sua firma e di vita in vita continuerà ad aggiungere qualche piccolo dettaglio.
Questo è ciò che chiamiamo reincarnazione e tra un ritorno e l’altro l’anima sosterà in un altro serbatoio di energie reincarnandosi in parallelo nella dimensione astrale.
Tale serbatoio gli Egizi lo chiamano Kmut dove la piccola scintilla deve crescere e conoscersi: non può essere tutto esperito nella vita materiale sul pianeta Terra, in questo luogo si prende coscienza di sé, ci si rafforza in attesa di essere richiamato nel mondo manifesto per proseguire nell’evoluzione.
Per parlare di reincarnazione dobbiamo realizzare la nostra individualità che può avvenire solo nel mondo dell’anima e per mezzo della nostra volontà; questo è un premio che ognuno di noi deve conquistare per meritarsi la possibilità di reincarnarsi.
Lo stesso Dante, nella meravigliosa opera che è la Divina Commedia entra nell’Inferno e trova Caronte il traghettatore di anime che trasporta solo quelle che pagano l’obolo e chiede loro l’Io individuale.
Questo è ciò che ci distingue dalla massa e ci permette di scegliere e quindi di peccare.
Anche nella Parabola dei Talenti nel Vangelo viene sottolineato che chi possiede dei talenti non deve seppellirli ma trafficarli. Che cosa è il talento se non la possibilità di
realizzare l’individualità? Il primo talento infatti è realizzarsi come individuo che ha coscienza ed è responsabile del suo essere, scoprire la propria verticalità, scoprire il nostro io.
Alcuni rivestono l’Io di negatività, ma l’Io è neutro, è l’essere umano che lo riveste di negativo o positivo. Io è verticalità e quel quid coordinante che lo porta a separarsi e a vedere il mondo esterno come diversificato e senza saremmo regno animale.


Domande sulla reincarnazione e sull’aldilà

Domanda: Lucifero cosa deve fare per realizzarsi, qual è il suo compito?
Risposta: il compito di Lucifero è portare luce e solo pochi Maestri sul pianeta lo conoscono. Solo chi arriva al settimo chakra, come stato di coscienza può conoscerlo
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